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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 10 - 15 set 2010
ISSN 2037-4801
Vita CNR a cura di Francesca Gorini
Malattie ereditarie diverse, uno stesso gene responsabile. Arriva dalla ricerca di base una nuova scoperta che chiarisce il meccanismo di ricombinazione del gene Ikbkg/Nemo, già noto per essere coinvolto in una rara patologia ereditaria chiamata Incontinentia Pigmenti, e che ora risulta implicato anche in alcune forme di ritardo mentale associate al cromosoma X. Lo hanno dimostrato un gruppo di ricercatrici dell'Istituto di genetica e biofisica (Igb) del Cnr di Napoli, composto da Matilde Valeria Ursini, Maria Giuseppina Miano e Francesca Fusco, con uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista della Società americana di genetica umana, l'‘American Journal of Human Genetics'.
Per ‘ricombinazione' si intende quel fenomeno durante il quale due regioni di Dna con un elevato grado di similitudine si scambiano dei frammenti. Processo essenziale per assicurare la variabilità genetica delle specie, se avviene in regioni che codificano proteine essenziali può causare alterazioni genetiche ereditarie più o meno gravi. ""
Le anomalie associate al ritardo mentale legato al cromosoma X, dovute a ricombinazione nella regione che comprende anche Nemo, erano state descritte da un gruppo di ricerca belga. "Questo lavoro descrive una seria di anomalie della porzione terminale del cromosoma X, identificate nei pazienti con ritardo mentale, senza però associarle agli elementi di ricombinazione da noi identificati, in particolare al gene Ikbkg/Nemo", spiega Ursini. "Il gene Nemo è particolarmente instabile e può andare incontro ad alterazioni, che in rari casi sono responsabili della malattia nell'individuo, ma che più spesso predispongono a un'ulteriore ricombinazione durante la maturazione delle cellule germinali, causando la manifestazione dei sintomi nella progenie".
Il gene Nemo codifica per una proteina, Nemo/Ikkgamma, che riveste un ruolo essenziale nella regolazione del fattore di trascrizione Nf-κB, proteina a sua volta in grado di ‘accendere' e ‘spegnere' altri geni. Inoltre, Nemo risulta espresso a livelli elevati nel sistema nervoso centrale ed è ben documentato un suo coinvolgimento nella plasticità neuronale e nello sviluppo cerebrale; osservazioni che ne confermani il coinvolgimento nel ritardo mentale.
"Come abbiamo avuto già modo di affermare in precedenza nel corso del nostro lavoro, lo studio su una malattia rara può fornire un modello sperimentale adatto a studiare la plasticità del genoma umano e a identificare nuovi meccanismi genetici che potrebbero essere comuni ad altre patologie", conclude Ursini.
Barbara Pittaluga
Fonte: Matilde Valeria Ursini , Istituto di genetica e biofisica "Adriano Buzzati Traverso", Napoli, tel. 081/6132262, email matildevaleria.ursini@igb.cnr.it