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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 5 - 13 mar 2013
ISSN 2037-4801
L'altra ricerca a cura di Rosanna Dassisti
Oltre a creare disoccupazione, la crisi in Italia cambia anche la struttura del mercato del lavoro: una parte consistente dei giovani è costretta infatti ad aprire la partita Iva. Il 14% dei contratti a progetto negli ultimi mesi è stata trasformata in incarico a 'ditta', è l'allarme lanciato dalla Cgil.
Nel 2012 sono state aperte 549.000 partite Iva (+2,2% rispetto al 2011). Il dubbio è questa situazione nasconda molti abusi in cui si registra. "Un solo committente e in forma continuativa" spiega la responsabile per le politiche giovanili Ilaria Lani. "Si registra un aumento delle partite Iva individuali, specie in settori come le attività professionali, l'assistenza sociale e servizi, l'istruzione (scuole private, enti di formazione), ma anche nel terziario avanzato, nell'informatica, nei trasporti".
Secondo il ministero dell'Economia, a fare la parte del leone nelle aperture sono le persone fisiche, l'unica categoria con segno positivo (+6%) rispetto all'anno precedente. Calo diffuso di circa il 6%, invece per le società di capitali, mentre le società di persone accusano una flessione del 10%. Il 51,2% delle nuove partite Iva è di giovani fino a 35 anni e circa un terzo della classe 36-50 anni. La ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 64,3% di maschi. A livello territoriale, il 42,5% delle aperture è avvenuto al Nord, il 22,7% al Centro e il 34,7% al Sud e nelle Isole.