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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 12 - 11 set 2013
ISSN 2037-4801

Focus - Idee per la politica  

Agroalimentare

Tipicità, tracciabilità e qualità per il rilancio dell'agricoltura

Disponibilità, qualità e sicurezza alimentare sono priorità etiche, oltre che economiche, a livello globale. Nella nostra economia, poi, l’agroalimentare è un settore di punta ma fortemente minacciato dalla crescita dei paesi emergenti. Il mantenimento dell’immagine positiva del 'made in Italy’ rappresenta quindi un obiettivo politico e sociale prioritario, che implica una lotta efficace contro l’agro-pirateria e l’'Italian sounding’, cioè la commercializzazione di prodotti che ricalcano le nostre eccellenze senza rispettare la correttezza dei processi né garantire la qualità e la salubrità necessarie, oltre che violando le norme legislative nazionali ed europee.

Il consolidamento delle nostre produzioni non può quindi passare per una 'concorrenza al ribasso’, ma deve puntare proprio sui fattori che ne hanno determinato il successo: qualità, tipicità e sicurezza, tecniche di produzione sostenibili, minimizzazione dell'impatto ambientale e degli sprechi alimentari ed energetici, mitigazione degli effetti negativi dei cambiamenti climatici in agricoltura.

La varietà di prodotti alimentari italiani è conseguente alle condizioni culturali e naturali che rendono il nostro uno tra i paesi con la maggiore biodiversità vegetale e animale. L’Italia detiene il primato europeo in materia di sicurezza alimentare e vanta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui superiori ai limiti consentiti, secondo il 'Rapporto annuale sugli agrofarmaci’ dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Un primato che si lega alla crescente consapevolezza alimentare dei consumatori italiani, sia in termini di dieta, sia riguardo al consumo di alimenti a ridotto impatto ambientale ed energetico (prodotti tipici a filiera corta e da agricoltura biologica, Dop e Igv).

A fronte di tali indubbi elementi positivi, il settore agroalimentare nazionale soffre della debolezza strutturale dovuta alla presenza eccessiva di imprese medio-piccole, solo parzialmente compensata dalla loro attitudine all’offerta di nicchia, rispetto alla concorrenza dei grandi gruppi industriali. L’Italia lamenta inoltre una forte dipendenza dall’estero per oltre il 50% per la materia prima vegetale e animale delle produzioni agroalimentari e agroindustriali. Infine, è ancora scarso l’interesse industriale alle innovazioni di processo e di prodotto, in particolare a quelle offerte dal grande sviluppo della ricerca biotecnologica e nella 'food science’.

La partita competitiva dei prossimi anni si giocherà proprio sul livello d’innovazione che il Paese sarà in grado di dimostrare nel settore, mantenendo e rafforzando la superiorità del made in Italy agroalimentare, valorizzando la qualità e la sicurezza delle produzioni italiane e permettendo di superare gli attuali elementi critici, in particolare nella sostenibilità. Attraverso un migliore utilizzo dei progressi scientifici e tecnologici, l’Italia potrà anche contribuire alla sfida del millennio: 'nutrire il pianeta’ attuando una 'seconda rivoluzione verde’.

Per intraprendere con successo questa strada occorre un efficace intervento del Governo, che metta a sistema le competenze di enti di ricerca e università nel comparto, evitando duplicazioni e incoraggiando sinergie e complementarietà, anche attraverso progetti comuni su temi strategici come le biotecnologie, la difesa e la valorizzazione della biodiversità, il rapporto tra alimentazione e salute e l’uso sostenibile del territorio. È inoltre importante indirizzare l’attenzione e concentrare le risorse umane e finanziarie.

Francesco Loreto e Mauro Gamboni

Fonte: Francesco Loreto, Dipartimento scienze bio-agroalimentari, tel. 06/49937802 , email direttore.disba@cnr.it -