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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 1 - 15 gen 2014
ISSN 2037-4801
L'altra ricerca a cura di Rosanna Dassisti
Un progetto, sviluppato da un team di ricercatori italiani in collaborazione con l'Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uic), punta a realizzare soluzioni tecnologiche avanzate e innovative, poco invasive e a basso costo, basate su smartphone e microtelecamere. Le università coinvolte sono Ca’ Foscari Venezia, Siena, Trento, Palermo, Firenze, Modena e Reggio Emilia. A coordinare il gruppo, il docente di Intelligenza artificiale al Ca’ Foscari Marcello Pelillo, che ha presentato il progetto al workshop 'Challenges 2013', organizzato dalla fondazione Bocelli e dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston (Stati Uniti).
"Del ruolo della comunicazione non verbale si parla almeno dai tempi di Darwin. La tecnologia per far sì che i computer possano analizzare e interpretare comportamenti e 'segnali sociali', come le espressioni facciali, i gesti, la postura del corpo esiste da tempo”, spiega Pelillo. “Questi segnali consentono di ottenere informazioni sull'umore, l'atteggiamento e le reazioni degli interlocutori. L'obiettivo del nostro progetto è unire quanto sappiamo e fare un passo in più, creando il punto d'incontro tra tecnologia e vita sociale, ovvero l'interfaccia che permetta al non vedente di superare le ultime barriere all'inclusione”.
L’Organizzazione mondiale della sanità stima siano circa 285 milioni le persone nel mondo con gravi problemi alla vista. Il 90% vive in paesi in via di sviluppo. In Italia, l'Istat conta circa un milione di persone con disabilità visiva, di cui 362 mila non vedenti. La tecnologia fornisce già dispositivi mobili di nuova generazione che le aiutano a muoversi nello spazio, usare oggetti, persino leggere, comunicare e tenersi informati. La novità dell'approccio dei ricercatori italiani sta nell'interesse per la sfera sociale, fatta di incontri e riunioni, momenti di vita quotidiana nei quali è importante cogliere e interpretare espressioni del volto e gesti, identificare volti amici o sconosciuti.