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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 5 - 12 mar 2014
ISSN 2037-4801
Focus - Primavera
Dopo un gennaio particolarmente piovoso, febbraio si è contraddistinto per le temperature miti, ben al di sopra delle medie stagionali (+3,8) che pongono il mese e l’inverno 2013-2014 ai secondi posti tra i più caldi degli ultimi 200 anni in Italia. Lo attestano i dati elaborati dall’Istituto di scienze del clima e dell’atmosfera del Consiglio nazionale delle ricerche.
Ingannati dallo straordinario tepore, così come altri alberi, anche le specie sempreverdi come l’olivo e l’eucalipto hanno continuato a vegetare e produrre nuove foglie e getti in pieno inverno. Gli ulivi vengono coltivati in località soleggiate e riparate e la produzione dei primi germogli avviene in genere a fine inverno, tra febbraio e marzo.
“Il precoce risveglio vegetativo di quest’anno potrebbe rendere le piante più sensibili a gelate tardive”, avverte Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente. “Alle nostre latitudini, la ripresa vegetativa durante la dormienza invernale è determinata soprattutto dalla temperatura, a differenza di quanto accade a fine estate quando a indurre la fine dell’attività vegetativa è anche il fotoperiodo, ovvero la durata relativa di giorno e notte”.
Anche se le analisi dimostrano negli ultimi decenni un significativo anticipo determinato dal riscaldamento climatico, l’elaborazione di alcuni dati raccolti in questo inverno da Carlo Calfapietra, Maurizio Sarti e Isacco Beritognolo dell’Istituto di biologia agro-ambientale e forestale (Ibaf) del Cnr, sembra evidenziare una differenza sostanziale. “L’indice di vegetazione - Normalized Difference Vegetation Index (Ndvi) - ottenuto attraverso l’elaborazione di dati satellitari sullo stato della vegetazione, inclusa l’attività vegetativa (stato fenologico)”, spiegano i ricercatori dell’Ibaf-Cnr, “in molte regioni italiane evidenzia un aumento del valore medio di tale indice nell’inverno appena trascorso, rispetto agli ultimi 14 anni, in particolare nel mese di febbraio”.
“Lo stesso trend è confermato dalle prime analisi dei dati di fotosintesi ottenuti con la misura degli scambi di anidride carbonica e acqua tra vegetazione e atmosfera, rilevati con la tecnica chiamata 'Eddy Covariance’, nella tenuta presidenziale di Castelporziano per misurare l’assorbimento di carbonio da parte del bosco di leccio, che durante questo inverno, è risultato più elevato di circa il 25% rispetto agli anni precedenti”, aggiunge il direttore del Dipartimento Cnr. “Se l’allungamento della stagione vegetativa può tradursi in effetti positivi sulla crescita delle piante e sull’assorbimento di Co2, lo spostamento delle fasi fenologiche, oltre a rendere le piante più sensibili a gelate tardive, può favorire lo sviluppo di insetti nocivi per le piante in primavera-estate”.
Impegnati nello studio delle possibili conseguenze sugli ecosistemi forestali dei cambiamenti climatici e dell’aumento della temperatura, sono anche i ricercatori dell'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr di Firenze che, in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di biometeorologia del Cnr e della fondazione Edmund Mach di S. Michele all'Adige, hanno messo a punto un sistema sperimentale sui fusti di abete rosso, 'incartando' e riscaldando otto esemplari cresciuti in vaso, che il prossimo anno saranno trasferiti nei boschi del Trentino, con l'obiettivo di fornire indicazioni in termini di biomassa legnosa.
"L'innalzamento 'forzato' della temperatura potrebbe anticipare la ripresa vegetativa con effetti ancora da esplorare sui processi di formazione del legno", spiega Alessio Giovannelli dell'Ivalsa-Cnr. "In precedenti studi abbiamo infatti verificato che variazioni del normale trend stagionale di temperatura e precipitazioni possono indurre alterazioni nelle caratteristiche delle cellule legnose prodotte, modificandone alcune proprietà fisiche e meccaniche quali densità ed elasticità".
Rosanna Dassisti
Fonte: Emrico Brugnoli, Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr, tel. 06/49933836 , email direttore.dta@cnr.it - Alessio Giovannelli, Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, Sesto Fiorentino , email giovannelli@ivalsa.cnr.it -
Per saperne di più: - real1.rm.cnr.it:8081/ramgen/UfficioStampa/alberi_ivalsa.rm