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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 14 - 8 ott 2014
ISSN 2037-4801
L'altra ricerca a cura di Rosanna Dassisti
Le violenze lasciano cicatrici invisibili nella psiche, e nel corredo genetico. Lo dimostra una ricerca pubblicata su 'Molecular Psychiatry’. Lo studio ha coinvolto le madri di 236 bambini che avevano subito violenze domestiche, assistito a comportamenti violenti tra i genitori o erano stati vittima di bullismo. E' stata misurata la lunghezza dei loro telomeri, le piccole porzioni di Dna che si trovano alle estremità dei cromosomi e che si accorciano a ogni divisione cellulare fungendo da veri e propri indicatori della longevità dell'individuo. I ricercatori hanno osservato un accorciamento di queste strutture pari a un invecchiamento prematuro di circa 7-10 anni. Anche in Italia un test del Dna permette di sapere se una persona è stata vittima di violenza e maltrattamenti e persino da quanti anni. L'esame, già utilizzato negli Stati Uniti, ha costi limitati, è alla portata di numerosi laboratori ed è stato presentato durante il convegno 'La salute della donna vittima di violenza: la prova dei maltrattamenti e le conseguenze psicologiche’, all’ospedale Molinette di Torino.
Esiste la possibilità di documentare il danno correttamente in sede giudiziaria? Questo è il significato del convegno, durante il quale gli organizzatori - Patrizio Schinco (responsabile de Centro Demetra dell'ospedale Molinette), Beatrice Rinaudo (penalista e tributarista) e Silvia Donadio (responsabile Centro soccorso violenza sessuale dell'ospedale Sant'Anna di Torino) - insieme con i magistrati della Procura della Repubblica di Torino, criminologi, giudici di famiglia, psicologi e medici legali, hanno affrontato il delicato tema da diverse prospettive, per fornire al sistema giudiziario la documentazione necessaria a garantire alle vittime di violenza una corretta tutela e un equo procedimento giudiziario. A partire dalla raccolta delle prove, dalla corretta conservazione e trasmissione al sistema giudiziario, fino alla possibilità di documentare l'alterazione dell'espressione genica che, attraverso la 'metilazione del Dna’, influenza numerose caratteristiche individuali.
L'esecuzione del test della lunghezza dei telomeri potrebbe, infatti, documentare con “elevata specificità una storia di maltrattamento e abuso al di là di ogni ragionevole dubbio”. Attualmente il test non viene eseguito in strutture pubbliche a scopo diagnostico, ma è effettuato per finalità di ricerca e la sua esecuzione potrebbe essere richiesta a scopo clinico o giudiziario.