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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 1 - 18 gen 2017
ISSN 2037-4801
L'altra ricerca a cura di Marina Landolfi
L'inquinamento atmosferico è un fattore di rischio per la salute dei bambini e può determinare danni al Dna nelle cellule della loro bocca, con possibili futuri effetti nocivi per la salute. Lo rivela il progetto di ricerca europeo 'Monitoring Air Pollution Effects on Children for Supporting Public Health Policy' (Mapec-Life), realizzato nell'ambito del programma Life+2012, Environment Policy and Governance della Commissione europea, che ha eseguito analisi sulle cellule della mucosa della bocca di bambini tra i sei e gli otto anni.
Lo studio, condotto tra gennaio 2014 e dicembre 2016, ha coinvolto bambini residenti in cinque città italiane: Torino, Brescia, Lecce, Perugia e Pisa. Durante il campionamento biologico è stato raccolto il particolato atmosferico (Pm0,5) nei cortili delle scuole per valutare la presenza di alcuni inquinanti, come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e la genotossicità su cellule in vitro. Inoltre, sono stati raccolti i dati delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (Arpa) relativi ai livelli dei principali inquinanti aerodispersi, tra cui benzene e particolato atmosferico. I campionamenti hanno coinvolto 1.149 bambini, metà maschi e metà femmine, con famiglie appartenenti a un livello socio-economico elevato. Per ogni bambino sono stati raccolti due campioni di cellule della mucosa orale, uno nel periodo invernale e uno in quello primaverile, e sono stati analizzati in laboratorio per valutare la presenza di micronuclei, quali indicatori di danno al Dna cellulare.
Lo studio ha confermato la capacità della frazione ultrafine del particolato atmosferico (Pm0,5) di provocare effetti tossici, mutageni e cancerogeni, anche se modesti, nelle cellule trattate in laboratorio. La presenza di micronuclei nelle cellule della bocca dei bambini è risultata associata alla stagionalità (maggiore in inverno rispetto alla primavera), alla città (maggiore nella città di Brescia), alla concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e a Pm0.5, Pm2.5, benzene, ozono ed So2 (dati Arpa). L'effetto biologico sui piccoli è risultato attenuato da una sana alimentazione, ma aggravato dall'esposizione al fumo passivo e dal sovrappeso.
Il progetto ha previsto la preparazione di un pacchetto di ausili didattici per le scuole sui temi del progetto. La ricerca è stata condotta dalle Università di Torino, Brescia, Perugia, Pisa, Salento, dal Comune e dal Centro servizi multisettoriale e tecnologico di Brescia.