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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 8 - 4 mag 2011
ISSN 2037-4801
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Faccia a faccia
Cantautore e compositore, Amedeo Minghi, romano, ha iniziato l'attività nel 1966. Dodici le sue partecipazioni al Festival di Sanremo, di cui una come ospite e una nei panni di produttore. Nel 1990 arriva la sua consacrazione artistica con ‘Vattene amore', eseguita con Mietta. La canzone, terza a Sanremo, vincitrice di dieci dischi di platino e di un Telegatto d'oro, è uno dei brani più celebri della storia della canzone italiana e ha consentito all'interprete di imporsi come protagonista della musica degli anni Novanta.
Dal 45 giri passando per il cd e arrivando a i-Tunes, come è cambiato il mondo della musica?
Le tecnologie, contrariamente a quanto si potrebbe credere, non disturbano gli artisti, da sempre attenti alle novità che aiutano a migliorare il loro lavoro. Piuttosto, sono i gestori di tali innovazioni il vero pericolo: scorgendo in esse solo la parte pratica dimenticano che, un buon prodotto, nel tempo, rende sempre più di quello studiato per l'occasione. Agli artisti, la fantasia si rinnova continuamente. Per i burocrati, limitati dalle regole, c'è solo la rincorsa affannosa al facile guadagno. Una sterile prospettiva.
Computer e hi-tech incidono in qualche modo sulla creatività?
Sì, possono aiutare ma solo se l'artista è capace e dotato di talento. A chi è mediocre, non penso portino miglioramenti significativi.
Tra i momenti più intensi della sua carriera c'è l'incontro con Giovanni Paolo II, al quale dedicò la canzone ‘Un uomo venuto da lontano'. C'è una figura di ricercatore o un tema scientifico che la ispirano?
La figura di Giovanni Paolo II racchiude, per quanto mi riguarda, tutte queste entità essendo stato egli stesso, sotto certi aspetti, un ricercatore, seppure di anime. E' nota la sua passione di poeta, scrittore, attore, cantante, sportivo e le sue indiscusse capacità oratorie. Potremmo definirlo uno scienziato dell'amore.
Come vede il panorama musicale tra talent show e Sanremo?
Non darei ai talent show troppa importanza. E Sanremo quest'anno ha premiato con il primo e il terzo posto artisti - Roberto Vecchioni e Albano - non proprio alle prime armi. Direi piuttosto a molti giovani di non farsi illusioni.
Progetti di lavoro in corso?
Davvero molti, alcuni dei quali in via di realizzazione.
Da bambino ha mai pensato di fare ‘lo scienziato', il medico o una professione di carattere scientifico?
No mai. Ho sempre pensato che da grande avrei fatto il musicista.
Segue le notizie di natura scientifica?
Si, con molta curiosità. Sono sensibile soprattutto nei confronti delle offese inferte alla natura. Spero sempre di sentire che qualcuno, da qualche parte, ci dica come fare a fermare il suicidio in corso dell'umanità, persa in un Pianeta così malato.
Che idea ha in generale, considera la ricerca più come una prospettiva o la guarda con timore?
Ho appena risposto. La considero una prospettiva e una speranza.
La più grande scoperta mai fatta. La scoperta che tutti si aspettano.
Il business della guerra. Vivere in pace.
Roberta Ribera
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