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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 15 - 28 set 2011
ISSN 2037-4801
Faccia a faccia
Anche nelle nuove vesti di romanziere, Enrico Montesano riesce a catturare l'attenzione. Come se stesse sul palcoscenico di un teatro di fronte al suo pubblico, conferma come scrittore le qualità che lo hanno reso negli anni uno degli attori del nostro spettacolo più simpatici e amati, sia dai suoi concittadini sia a livello nazionale. "Certo, mi sento italiano e ne sono fiero. Ma lo sono anche di essere e sentirmi romano, senza per questo accampare alcuna vanità", puntualizza subito l'attore, che incontriamo per farci raccontare la sua nuova esperienza. Stavolta non si tratta di un film o di una commedia, ma di un libro dal titolo ‘Un alibi di scorta'. Un romanzo edito da Gremese che tocca una tematica delicata come gli incidenti sul lavoro.
Come mai un romanzo che affronta un tema così serio?
E perché no? (E giù una delle sue inconfondibili risate, ndr) È un argomento fondamentale che mi sta a cuore e che sul piano narrativo mi sembra interessante. Volevo capire se sarei riuscito a raccontare una storia molto diversa da quelle che affronto solitamente, con dei risvolti sociali importanti, e la sfida mi ha pienamente appagato. Affronto la sicurezza sul lavoro prendendo spunto dalla vicenda di un uomo che, nel corso della storia, conosce una profonda evoluzione sia sul piano professionale sia su quello umano, psicologico.
Perché il titolo ‘Un alibi di scorta'?
Perché un alibi solo non basta. Ritengo che nella finzione, come nella realtà, si debbano sempre avere più alternative da utilizzare al momento opportuno.
Secondo lei cosa si può fare per evitare gli incidenti sul lavoro, che purtroppo si verificano ancora con frequenza?
In proposito esistono un'ampia e qualificata letteratura e una legislazione rigorosa, non sono certo io l'esperto in grado di giudicare. Posso solo dire che le persone che escono di casa per andare al lavoro, a svolgere mansioni usuranti, faticose e pericolose, devono essere messe in condizione di fare il loro mestiere al meglio e di guadagnarsi il pane senza rischiare la vita o la salute. Ritengo inoltre che dovrebbero essere pagate meglio ma soprattutto godere di una maggiore considerazione sul piano sociale. Non so se avrei il coraggio di scendere in una cisterna per pulirla, con il rischio di respirare gas o sostanze chimiche tossiche. Noi romani, quando ci rechiamo allo Stadio Olimpico...
Lei è notoriamente un tifoso laziale...
Al di là del calcio e dello sport, volevo dire all'ingresso dello stadio c'è una lapide in ricordo di sei operai, morti all'epoca dei lavori per la copertura dell'impianto. Non ci sono nemmeno i nomi, che invece penso sarebbe bene scrivere per onorarne più degnamente la memoria. Ogni volta che ci passo davanti rifletto sul dramma di un padre di famiglia che va a lavorare, senza neppure avere la certezza di tornare a casa e riabbracciare i propri cari.
Si capisce quanto il tema la interessi. Se non avesse fatto l'attore, si sarebbe occupato di problemi sociali come questo?
Se non avessi recitato probabilmente avrei fatto l'imprenditore: mi piace organizzare e dirigere il lavoro dei miei collaboratori.
Nell'ambito dello spettacolo, invece, quale genere predilige?
I lavori fatti bene. Se sono sviluppati con intelligenza e competenza, non faccio distinzioni di genere. Li seguo tutti con interesse.
Segue anche i documentari e i programmi di divulgazione scientifica?
Perdinci e perbacco! (E parte l'imitazione di Totò, ndr). Mi piacciono e ritengo anzi che i palinsesti televisivi ne dovrebbero prevedere molti di più. Alcuni programmi aiutano ad accrescere la cultura generale, specialmente di quella parte di pubblico che non ha la possibilità di aggiornarsi con altri mezzi. Contribuiscono inoltre a far capire discipline altrimenti incomprensibili.
Che idea ha della ricerca scientifica italiana?
Non sono un esperto di ricerca, ma mi rammarico ogni volta che sento - e purtroppo accade spesso - che tanti dei nostri migliori scienziati vanno all'estero per trovare il successo e la fama. In Italia sembra sia difficile emergere.
Avrebbe qualche proposta da rivolgere agli addetti ai lavori?
Forse si dovrebbero ascoltare di più i ricercatori, per capire le loro problematiche e concordare con loro azioni per migliorare la situazione.
C'è un personaggio del mondo della scienza che le piacerebbe interpretare o imitare?
Veramente, più che imitare scienziati illustri o accademici, mi piacerebbe essere un protagonista del mondo scientifico. Uno di loro.
Paolo Capasso