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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 10 - 1 ott 2018
ISSN 2037-4801

Faccia a faccia

Almanacco della Scienza CNR -->Carofiglio: la scienza mi ha sempre affascinato

Carofiglio: la scienza mi ha sempre affascinato

Scrittore, ex magistrato ed ex senatore, Gianrico Carofiglio è tradotto in 28 lingue. Nel 2002 debutta nella narrativa con il legal thriller 'Testimone inconsapevole', edito da Sellerio. L 'apprezzamento dei lettori, il successo di vendite e critica nel 2011, con 'Il silenzio dell'onda', lo portano da finalista al Premio Strega. Da 'Il passato è una terra straniera', suo secondo romanzo, viene tratto il film omonimo per la regia di Daniele Vicari, interpretato da Elio Germano. Carofiglio è però autore anche di saggi,e ha tenuto seminari sul tema centrale del “maneggiare il linguaggio in modo morale”. “Scrivere bene, in ogni campo, ha un'attinenza diretta con la qualità del ragionamento e del pensiero”, scrive in 'Con parole precise' (2015), breviario di scrittura civile. Su questi temi ha incentrato anche le riflessioni portate a MateRadio, festa di Rai Radio3, che si è svolta dal 21 al 23 settembre nella Città dei Sassi. Lo abbiamo incontrato per l'Almanacco della Scienza proprio dopo il suo intervento.

Come pensa sia cambiata la comunicazione?

Ha acquisito più importanza rispetto al passato, il problema è che spesso è malata. Anche in politica assistiamo a un utilizzo del linguaggio a volte sciatto, a volte immorale. Per un uso decoroso della lingua si dovrebbe recuperare il significato originario delle parole e usarle in maniera responsabile. Su questo argomento mi piace ricordare due frasi, la prima è di Confucio e dice: “Quando le parole perdono il loro significato le persone perdono la loro libertà”; l'altra è di Rosa Luxemburg: “Il primo gesto rivoluzionario è chiamare le cose con il loro vero nome”.

Le parole hanno un potere immenso

Sì, esattamente. Sia dietro che dopo le parole ci devono essere emozioni, significati e concetti che corrispondano a verità. John Searle, teorico del rapporto fra linguaggio e istituzioni, dice: “Il primario contratto sociale di una comunità è la fiducia in un linguaggio condiviso”. Chi ascolta, dunque, deve potersi fidare e sapere che chi parla utilizza parole che corrispondono a verità. Dice anche: “Non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza”, frase che può essere legata anche al mondo delle scienze

Lei è un ex magistrato. Cosa pensa della lingua dei giuristi?

Mentre facevo quel lavoro ho avuto la percezione di come la lingua giuridica in particolare, ma le lingue del potere in generale, siano fatte per escludere più che per includere, per creare e conservare sacche di potere. Il potere conferito da un linguaggio criptico permette di manipolare le persone. Cominciando a scrivere, poi, questa percezione è diventata più intensa: se si scrive con consapevolezza si dà peso alle parole. Primo Levi, nel suo 'Dello scrivere oscuro', dice che dobbiamo rispondere di quanto scriviamo, parola per parola, e far sì che ogni parola vada a segno, e anche questo vale in molti campi, nella letteratura, nel diritto, nella politica e anche nella scienza.

Anche il linguaggio scientifico può risultare inaccessibile...

La questione è tutta nella differenza tra termine tecnico e pseudotecnicismo. Il termine tecnico è insostituibile, non si può non usarlo. La giurisprudenza e la scienza sono discipline tecniche e non possono essere semplificate al di sotto di un certo livello. Nel mio libro 'Con parole precise', nel capitolo dedicato alle metafore, prendo un esempio tratto dalla storia della scienza per parlare della metafora non tanto come figura retorica, quanto come strumento teso a trasferire agli altri una nuova conoscenza che sembra inaccessibile. Cito la descrizione fatta da Niels Bohr della struttura dell'atomo: lo scienziato ha usato la metafora del sistema solare per spiegare qualcosa di infinitamente piccolo, che altrimenti sarebbe incomprensibile.

Qual è la responsabilità degli scienziati se la scienza perde di credibilità?

Il metodo investigativo è molto simile al metodo scientifico, perché è costruito per ipotesi, esperimento e verifica, un sistema che richiede un atteggiamento caratterizzato dal dubbio metodico. Registriamo però casi di pseudoscienziati che pubblicano, senza rispettare questo metodo. Ho trovato interessante la vicenda di un tizio che ha prodotto una 'vera' finta ricerca, sull'effetto provocato da grossi quantitativi di cioccolato fondente, utilizzando un campione di sole cinque persone. E ha pubblicato i suoi risultati in rete, sostenendo che mangiare cioccolato fondente faccia dimagrire. La finta ricerca è diventata virale, influenzando diverse persone che conosco.

Che rapporto ha con la scienza?

Sono curioso, leggo tutto quello di scientifico che mi capita. Da un amico che è un importante fisico teorico spesso mi faccio spiegare gli aspetti più tecnici delle scoperte, per esempio mi ha illustrato la storia del bosone di Higgs e i salti quantici. Nel mio computer ho una cartella che si chiama 'Fisica quantistica' nella quale inserisco tutte le sue spiegazioni.

Nel suo ultimo romanzo 'Le tre del mattino', c'è invece una forte presenza della matematica. Che rapporto ha con questa disciplina?

Mi affascinava l'idea di raccontare la storia di un uomo in bilico fra il mondo dei numeri e l'angoscia dell'esistenza. Il protagonista, parlando col figlio, spiega che la matematica gli piaceva per la sua bellezza, ma la ragione profonda era un'altra: era un antidoto all'angoscia dell'esistenza. Ai matematici infatti non importa che ciò che studiano sia utile, la ragione profonda della loro passione è che la matematica è un antidoto all'angoscia dell'esistenza. Come dice John von Neumann, grande matematico, la cui frase chiude il libro: “Se la gente crede che la matematica non sia semplice è soltanto perché non si rende conto di quanto complicata sia la vita”.

La fisica quantistica e la matematica sono connesse. Il suo interesse verso i temi scientifici è legato a quello per i numeri?

No, mi incuriosiscono molto anche la biologia e tutto ciò che è legato alle neuroscienze comportamentali. Da piccolo volevo studiare materie scientifiche. Avrò avuto sedici anni mi ero iscritto a un concorso e avevo preparato un progetto di ricerca sulle differenze di comportamento nei cani rinselvatichiti. Uno studio che richiedeva mezzi diversi da quelli a mia disposizione, però l'idea non era male. Ho pensato di fare il veterinario, il biologo, l'etologo. E poi mi sono iscritto a giurisprudenza!

Quale scienziato le piacerebbe raccontare?

Mi affascina molto la storia del matematico Caccioppoli, in parte raccontato nel personaggio de 'Le tre del mattino'. Caccioppoli era un pianista, come il protagonista del romanzo, che però è un jazzista.

Progetti per il futuro?

A gennaio uscirà un libro, un romanzo che racconta storie investigative, dalle quali viene fuori il discorso sul corretto metodo investigativo da seguire di cui parlavamo prima: ipotesi, esperimento e verifica. Il concetto di fondo è una frase che si trova in Conan Doyle: “Nulla è più innaturale dell'ovvio”.

Torneranno i personaggi dei suoi legal thriller?

Ci sarà il maresciallo Fenoglio. È un investigatore speculativo, in questo romanzo ho deciso di rendere esplicita questa sua attitudine.

Grazia Battiato