La paura dell'Occidente per la follia

Corre il rischio di fare la fine dei classici tanto noti per il titolo quanto poco letti, la 'Storia della follia nell'età classica', il saggio di Michel Focault che la Bur ripropone utilmente nella collana 'Alta fedeltà' in una nuova edizione curata da Maro Galzigna, arricchita da altri contributi e recuperata delle parti che erano state espunte. La 'Storia della follia' fu presentata da Focault come tesi di dottorato nel 1961 e mancava in edizione integrale nella nostra lingua dal '63.

Un volume monumentale, che ricostruisce la 'funzione' svolta dalla malattia mentale in Occidente sul piano storico-culturale: tra la fine del Medioevo e la Rivoluzione industriale, si segue un percorso di esclusione, emarginazione, criminalizzazione operato da una società e da una cultura davanti alle quali la follia si pone come una sorta di specchio deformante, restituendo un'immagine spaventosa proprio perché reale. La 'clinica' e la cura delle patologie psichiche si riduce pertanto a un tentativo di protezione, all'interposizione di categorie giudicanti e delle relative forme di contenimento sociale che consentano alla 'normalità' di rassicurarsi della propria solidità identitaria: dalle ricerche sulla massa cerebrale all'istituzione dei manicomi, dalla trasformazione della malattia da curare in colpa da punire, fino all'annullamento di tutte le sfumature patologiche in sottospecie della grande categoria dei pazzi.

È un tema, potremmo dire 'il' tema che Focault studia per tutta la sua breve ma intensa vita di studioso (morirà nel 1984 a soli 58 anni), incluso il corso tenuto nel 1974-75 al Collège de France e raccolto in italiano ne 'Gli anormali'. La lettura non è sempre agevole, data l'imponente strutturazione del saggio, ma la scrittura piacevole dell'autore e la buona traduzione facilitano il compito.

M. F.

titolo: Storia della follia nell'età classica
categoria: Saggi
autore/i: Focault Michel
editore: Rizzoli
pagine: 819
prezzo: € 12.90