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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 2 - 8 feb 2017
ISSN 2037-4801
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"Tempo verrà in cui una lunga ricerca diligente [...] metterà in luce cose che oggi sono nascoste. Una sola vita, anche se interamente dedicata al cielo, non sarebbe abbastanza per la ricerca su un argomento così ampio […] Verrà un tempo in cui i nostri discendenti si stupiranno perché noi non conosciamo cose ovvie per loro […] Molte scoperte sono riservate a età che devono ancora venire". Così scriveva Seneca nel trattato 'Naturales quaestiones'.
Il saggio 'Noi un punto nell'universo', nato dall'incontro tra la scrittrice Raffaella Ranise e Francesca Matteucci, astrofisica allieva di Margherita Hack, rappresenta un'interpretazione moderna dello stesso concetto: un sunto dei maggiori avvenimenti e dei più straordinari momenti di svolta della scienza astronomica, con uno sguardo rivolto agli innumerevoli interrogativi ancora irrisolti. Un ponte tra "l'uomo di ieri che guardava le stelle e l'uomo di oggi che arriva alle stelle".
Il volume parte da una premessa: "L'uomo ha mostrato da subito interesse al firmamento [...] Già l'uomo primitivo non poteva non essere spaventato, ma nello stesso tempo attratto, dal cielo". Dai Babilonesi, considerati i più grandi astronomi dell'Antichità, agli Egizi, in grado di costruire le loro maestose piramidi orientate secondo la disposizione degli astri, per arrivare a Greci e Romani, il cui apporto alle nostre attuali conoscenze deriva da attitudini diverse. I primi, tramite la filosofia, tentavano di dare risposte scientifiche agli interrogativi che l'esistenza stessa pone, e già in epoca ellenistica Aristarco di Samo formulò la prima teoria eliocentrica, mentre Ipparco di Nicea catalogò migliaia di stelle e scoprì la precessione equinoziale; risultati sbalorditivi per i mezzi a loro disposizione. I secondi, più pragmatici, si dedicavano invece allo studio del cielo per motivi inerenti l'agricoltura e la navigazione.
Quindi, dopo una lettura poco benevola del periodo medievale: - "è questo che più impressiona del Medioevo, l'arresto della cultura, della libertà di pensiero, dell'amore del bello" -, ci si sofferma diffusamente sui nomi di: Copernico, Brahe, Galileo, Keplero, Newton, Halley, Einstein, Hubble. Per giungere, infine, ai nostri giorni e al Cern di Ginevra, il grande fulcro della ricerca contemporanea. Il punto di partenza è la Terra, di cui Matteucci scrive: "Un piccolo pianeta, in un piccolo sistema solare; ma su questo pianeta c'è qualcosa di speciale: ci siamo noi".
Un racconto che si presenta quindi come un cammino dell'uomo: le sue intuizioni, i suoi progressi, ma anche gli errori e le previsioni sbagliate. L'opera affronta inoltre i turbamenti di menti brillanti, che, dopo una vita spesa a indagare tematiche complesse al limite dell'incomprensibile per la maggioranza degli uomini, si ritrovavano di fronte a misteri sempre nuovi. In certi casi colti da smarrimento e frustrazione, in altri da meraviglia ed entusiasmo che spinsero tanti di loro, a ipotizzare la presenza di una mano creatrice. Come arrivò a dichiarare Newton nel 1682: "Non credo che l'universo si possa spiegare da solo e sono costretto a imputarlo alla saggezza e all'ingegnosità di un essere intelligente".
Alessandro Bassetta
titolo: Noi un punto nell’universo
categoria: Saggi
autore/i: Ranise Raffaella, Matteucci Francesca
editore: Marsilio
pagine: 120
prezzo: € 13.00