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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 4 - 3 apr 2019
ISSN 2037-4801

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Decadenza e tecnologia secondo Brooks Adams
Saggi

Decadenza e tecnologia secondo Brooks Adams

'La legge della civiltà e della decadenza', saggio sulla grandezza e il declino delle civiltà, scritto dallo storico e intellettuale statunitense Brooks Adams, appare nella prima edizione italiana a distanza di 122 anni dalla prima pubblicazione a Londra. Secondo l'autore, fratello del più noto scrittore e storico Henry Adams, discendente diretto di due presidenti americani e statunitense della belle époque, la decadenza è un fenomeno da studiare come una legge fisica, senza sovrapporle giudizi morali. L'energia umana si manifesta nelle due forme opposte della marzialità e della mentalità economica: la prima permette la progressiva centralizzazione di una civiltà grazie alla conquista di territori con la violenza; la seconda irrompe quando il tipo marziale ha esaurito le sue forze e si impone tramite la gestione del capitale, la sua azione porta alla disgregazione e al ritorno alla barbarie, vista la progressiva contrazione demografica e i moti migratori che ne susseguono.

Non sorprende, data tale impostazione, il tentativo di traduzione avviato da parte di Ezra Pound e Camillo Pellizzi negli anni della Seconda guerra mondiale. L'opera si inserisce nella cosiddetta 'letteratura della crisi' del '900, accanto a titoli come 'Il tramonto dell'Occidente' di Oswald Spengler, 'Panorami della storia. Genesi delle civiltà' di A. J. Toynbee, 'La crisi della civiltà' di Johan Huizinga e 'La crisi del mondo moderno' di René Guénon. Brooks Adams è impregnato di un deciso anticapitalismo, dedica riflessioni anche al tema della moneta e del suo valore in rapporto ai prezzi, problematica che a suo avviso, oltre che essere causa di cambiamenti epocali, si riflette sulla classe media di ogni epoca, riducendola in schiavitù in seguito all'accentramento del grande capitale.

Altro punto cardine dell'analisi di Adams è la storia dell'arte: nelle epoche di barbarie, immaginative e soggette alla paura, l'architettura fiorisce come espressione del misterioso. Nelle epoche di civilizzazione prevale l'avidità, e l'architettura diventa funzionale: “artistico-funzionale”, scriverà Palahniuk in 'Fight Club'. A detta dell'autore, nelle fasi di decadenza la disillusione e il nichilismo si diffondono e si tende verso la celebrazione del funzionalismo tecnico. Di pari passo con la disgregazione civile l'artificialità si fa sempre più strada in ogni campo dell'esistenza.

La decadenza e la forza tecnica sono correlate, l'ingegneria meccanica è funzionale all'accentramento economico che porta alla disgregazione, sostiene Adams. In tale contesto la comunicazione viene strumentalizzata a fini di marketing e si presenta, nascosta fra le volute dei troppi dati, ambigua, imprecisa, volubile, effimera. Il lessico si impoverisce non a causa di una rigida censura, ma perché “l'accelerazione della centralizzazione” lo parcellizza in spazi e tempi sempre più ristretti. L'analisi di Brooks suggerisce in tal senso paralleli con numerose analisi dell'attualità, quale per esempio quella compiuta dall'ex direttore della Bbc, Mark Thompson, ne 'La fine del dibattito pubblico', edito da Feltrinelli nel 2017, in cui si paventa il rischio di ammalarsi di “InfoObesity” e di aprire le porte a una comunicazione sempre più banalizzata quando non manipolata.

Luigi Tallarico

titolo: La legge della civiltà e della decadenza
categoria: Saggi
autore/i: Adams Brooks
editore: Mimesis
pagine: 356
prezzo: € 24.00