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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 9 - 4 set 2019
ISSN 2037-4801
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Uno studio sui cebi barbuti (Sapajus libidinosus), condotto dall'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr, in collaborazione con l'Università di San Paolo (Br) e l'Università della Georgia (Usa), mostra che queste scimmie arboricole impiegano abilità manuale, tempo e ingegno per estrarre rizotuberi, radici ricche di sostanze nutritive, avendo cura di pulirle dalla terra e di rimuoverne la scorza prima di mangiarle. “Nell'ambito del progetto internazionale EthoCebus, è stata effettuata una ricerca sistematica sul comportamento adottato da questi primati per estrarre dal terreno i rizotuberi e sfruttarne le sostanze nutritive”, spiega Valentina Truppa del Cnr-Istc. “Per tre mesi abbiamo seguito nei loro spostamenti un gruppo di cebi di Fazenda Boa Vista, in Brasile, a pochi metri di distanza, filmandone le azioni. Abbiamo documentato che i cebi scavano a lungo, anche per una decina di minuti, e che per loro è un grande sforzo estrarre una radice visto che le loro mani, come le nostre, non hanno artigli robusti adatti a fare buche. Quando buona parte della radice è dissotterrata, l'afferrano con la bocca e, puntando le quattro zampe a terra, tirano vigorosamente il corpo all'indietro”. Una volta trasportato il “bottino” al sicuro sugli alberi, inizia un'accurata rimozione del terriccio, rotolando e strofinando la radice tra le mani e contro la corteccia. “È chiaro che i cebi vogliono evitare di introdurre terra in bocca”, prosegue Truppa. “Questo comportamento adattativo ha almeno due buone ragioni: evita l'usura dei denti e previene l'ingestione di parassiti intestinali”.
Il fatto che i cebi siano disposti a impegnarsi così tanto per ottenere rizotuberi è facilmente spiegabile alla luce di un altro studio del progetto EthoCebus. “Una ricerca, condotta da Peternelli-Dos-Santos dell'Università di San Paolo, ha dimostrato che, quando mangiano, i cebi di Fazenda Boa Vista tendono a raggiungere uno specifico bilancio tra energia proteica e non proteica più che a massimizzare l'apporto di energia. In quest'ottica, è sicuramente vantaggioso investire tempo ed energia per ottenere rizotuberi, ottima fonte di carboidrati non strutturali, come l'amido”, commenta Elisabetta Visalberghi del Cnr-Istc. Da sempre gli abitanti di Fazenda Boa Vista chiamano queste radici raiz de macaco, radice della scimmia. Risorse di questo tipo sono ancora oggi fondamentali per la sopravvivenza di alcune popolazioni umane e in passato lo sono state durante il processo che ha portato all'evoluzione del genere Homo. “Al successo di Homo hanno sicuramente contribuito l'abilità manuale nell'eseguire una grande varietà di azioni e la persistenza nel perseguire l'obiettivo desiderato”, conclude Visalberghi. “Lo stretto legame fra un uso abile e flessibile delle mani – anche in coordinazione con altre parti del corpo e con superfici esterne – e la capacità di rimanere a lungo impegnati per estrarre risorse alimentari da matrici resistenti, emerso nei cebi, dimostra che queste capacità hanno lontane origini evolutive nei primati”.
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